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Non è certo una scoperta che la gelosia possa nascere improvvisamente, ma accorgersene delle conseguenze, potrebbe essere motivo di inaspettate sorprese.

Didietro, lato B, chiappe, natiche, fondoschiena, questi i sinonimi del sedere delle donne, mentre tra i suoi opposti, la parola più gettonata è in abbinamento con la “sfortuna”.

Il lato B a pera, con vita stretta e fianchi larghi, è sicuramente quello più diffuso tra le donne; la vita è generalmente stretta, mentre, con il trascorrere del tempo, è probabile che ai lati si creino le cosiddette “culotte de cheval”.

Eh si, pertanto una sfortuna, non avere il culo, soprattutto di questi tempi, dove va sempre più di moda il sedere abbondante.

Gli occhi di Rosetta non erano mai schizzati fuori dalle orbite per un vestito firmato, un gioiello, un’automobile o per i soldi in tasca.

Ma quando le capitava di ritrovarsi assieme a Simona, per fare shopping, non poteva evitare di osservare il sedere magnifico dell’amica.

Alto, sodo e rotondo, rappresentava proprio quello ideale, scolpito da un’artista, buon intenditore delle giuste forme da favola.

Il suo culo, lo considerava invece una spianatoia e fu proprio la gelosia forte che iniziò a suggerirle di fare qualcosa per competere con l’altra, divenuta ormai la rivale da abbattere. 

Cercò di superarla in ogni cosa, sino a che, desiderando indossare un tailleur attillato per pavoneggiarsi, si accorse che c’era poco da fare. 

Si sposò e mise al mondo tre figli.

Per un lungo periodo non vide Simona, la quale era rimasta nubile, tranne qualche sporadico incontro con un ragazzo che decise di non sposarla, ritenendola troppo frivola e vuota dentro.

Rosetta si era arresa al pensiero di raggiungere gli standard fisici dell’amica e si gettò sui dolci che, con gli anni, l’avevano fatta lievitare, nel fisico.

Nonostante tutto, il lato dove non batteva il sole le rimase identico.

Una mattina Simona stabilì di uscire in sua compagnia, in nome dei vecchi tempi.

Rosetta accettò, lasciò i bambini con la tata e le si diresse incontro, correndo all’appuntamento, per non ritardare.

Mentre attraversava la strada, come una bambina preparatasi al primo giorno di scuola, si lanciò verso il marciapiede, per abbracciare Simona.

Non si accorse però di quella macchia di olio, fuoriuscita dal serbatoio dell’autobus.

La scivolata fu colossale: perse immediatamente l’equilibrio e con il peso che la contraddistingueva, nel tentativo di parare la caduta a terra, si attaccò con forza alle mani di Simona.

Il risultato fu che entrambe rotolarono letteralmente sul marciapiede, finendo l’una sopra all’altra.

Superato quel frangente, che aveva provocato un po’ di ilarità tra chi aveva assistito alla scena, senza accorgersene si ritrovarono in ospedale, a farsi compagnia nella stessa stanza.

La competizione era finita per tutte e due e l’infermiera riferì loro d’essere state fortunate, specialmente per il tipo di colpo, molto forte, attutito però dai chili di troppo accumulati.

Le due, divenute ancor più amiche durante la convalescenza, vennero accudite da un’infermiera russa che si prodigò per farle stare meglio, riacquistando la salute.

Quando giungeva l’attimo dell’iniezione, Rosetta e Simona, guardandosi negli occhi, a voce bassa, discorrevano tra loro: “Chissà cosa pensa Olga, del nostro culo?!”

 

(Nomi e fatti sono frutto di pura fantasia, ogni riferimento è puramente casuale)

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